In pubblicità le parole pesano

In fase di progettazione di una campagna pubblicitaria la scelta di una parola può essa stessa influenzare irrimediabilmente le strategie. Scegliere di definire Target o Pubblico le persone alle quali ci si vuole rivolgere ha, nella scelta della parola, una intrinseca scelta strategica. Se chiamiamo “Target” il destinatario della nostra campagna dovremo, inevitabilmente, avere un comportamento aggressivo, colpire il “Target” con messaggi unidirezionali che non ammettono replica, raggiungerlo, stanarlo e colpirlo. Il “Pubblico” invece ha una sua personalità, una volta raggiunto dai nostri messaggi avrà delle reazioni che noi potremo/dovremmo ascoltare e così trarre insegnamenti dalla campagna. Non intendo, in questa fase, decidere quale degli atteggiamenti sia quello migliore noto solo che definire target o pubblico il consumatore da raggiungere influenza la strategia ed essa influenzerà gli strumenti. Diventa quindi importante, prima di utilizzare certe parole, capirne il risvolto strategico. Meglio ancora utilizzare parole che siano adatte al nostro progetto strategico. La morale è quindi questa: viene prima il progetto solo dopo arriveranno le parole che lo descriveranno.

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